In questo articolo affrontiamo il tema dell’ansia nei bambini. Cercheremo insieme di capire cos’è, da cosa è causata, come si riconosce e cosa fare.
Come faccio a capire se mio figlio prova ansia? Prova a osservare se il bambino è sempre preoccupato per qualcosa, chiede continue rassicurazioni, evita le situazioni o procrastina alcune attività per lui fonte di preoccupazione. Nota se il bambino lamenta mal di testa, mal di pancia, nausea, tachicardia, irrequietezza motoria e fa fatica a dormire.
La tua prima reazione sarà stata quella di rassicurare tuo figlio, magari dicendo di non preoccuparsi e di pensare ad altro, ma questo potrebbe non essere stato sufficiente.
A questo punto i casi sono due: non ti spieghi come mai il bambino abbia queste preoccupazioni perché non sei un genitore che ha alti standard di pretese, oppure, credi di aver trasmesso a tuo figlio le tue ansie e le tue paure. In entrambi i casi potresti provare un grande senso di colpa.
Metti da parte il tuo senso di colpa, se stai leggendo queste parole significa che stai cercando una soluzione per il tuo bambino e vuoi saperne di più sull’ansia.
In questo articolo affronteremo questi argomenti:
- Ansia: che cos’è
- Ansia nei bambini: quando preoccuparsi
- Come si cura l’ansia nei bambini
- Che cosa causa l’ansia nei bambini
- Si guarisce dall’ansia
Ansia: che cos’è e a cosa serve?
Proviamo a definire in poche parole cos’è l’ansia: l’ansia è uno stato d’animo, un misto di paura, di agitazione e di preoccupazione rivolto a un evento futuro che potrebbe accadere, di cui ne siamo più o meno consapevoli.
L’ansia si manifesta con sintomi fisici (nausea, mal di testa, vomito, mal di pancia), con comportamenti di evitamento (non vado in quel posto perché ho paura di quello che potrebbe succedere), con una forte preoccupazione pressoché costante che può riguardare una grande varietà di temi o soltanto alcune situazioni.
L’ansia è di estrema importanza per la nostra sopravvivenza. Da un punto di vista evolutivo, se i nostri antenati non avessero avuto paura delle bestie feroci, del vuoto o della morte, la nostra specie non avrebbe avuto tanto successo. Anche oggi la paura ha la funzione metterci in allarme di fronte ai pericoli in modo da proteggerci e salvaguardarci.
L’ansia diventa disfunzionale quando temiamo qualcosa che non rappresenta un reale pericolo per la nostra sicurezza, ma è un timore che deriva da un’interpretazione errata della realtà o da un’errata convinzione.
È utile capire come funziona l’ansia in quel bambino e aiutarlo a gestirla, identificare come cause quelle che il bambino riconosce e ci riporta, in un certo senso ringraziando l’ansia per aver spinto il bambino a raccontare cosa gli fa paura e perché.
L’ansia è un sintomo, un campanello d’allarme che dice che qualcosa non va e che il bambino ha un bisogno che fa fatica a dire da solo.
Ansia nei bambini: quando preoccuparsi?
Torniamo al focus di questo articolo: l’ansia in età evolutiva. Succede a tutti i bambini di avere delle paure o di andare in ansia di fronte alle novità (pensiamo alle “prime volte”: il primo giorno di scuola, la prima gita scolastica, la prima lezione di ginnastica artistica …). Quando è il caso di preoccuparsi?
L’ansia fa parte della nostra vita emotiva, è uno stato d’animo che nasce quando si è bambini e ci accompagna tutta la vita. L’ansia diventa un problema quando il bambino passa la maggior parte del tempo a preoccuparsi o immaginare tutti i possibili scenari catastrofici che potrebbero verificarsi e soffre di sintomi fisici evidenti da diverso tempo (le linee guida dicono per almeno sei mesi).
E’ giusto preoccuparsi quando il bambino inizia ad evitare determinate situazioni, luoghi o esperienze per paura di sentirsi in ansia ed è in evidente stato di sofferenza. Accorgersi di questi campanelli d’allarme farà sì che tu possa intervenire quanto prima per permettere al bambino di affrontare la quotidianità più serenamente.
Come si cura l’ansia nei bambini?
Quando un bambino presenta una sintomatologia ansiosa, per curarla è il caso di rivolgersi a un psicologo psicoterapeuta dell’età evolutiva. L’approccio terapeutico con il maggior numero di dati di evidenza di efficacia clinica è quello di tipo cognitivo-comportamentale.
Nel percorso di cura si lavora sui pensieri ansiogeni attraverso l’identificazione e il monitoraggio degli stessi, fornendo delle strategie per metterli in discussione e sostituirli con delle “lenti” più funzionali attraverso le quali vedere il mondo. A livello comportamentale, si insegnano esercizi di rilassamento e si programmano delle esposizioni graduate alle situazioni temute ed evitate.
Attenzione però alle tue aspettative genitoriali in questo percorso. Non avere l’aspettativa di “aggiustare” il bambino portandolo da un professionista che risolva il problema dell’ansia. Un passo fondamentale per la terapia è quello che prevede la collaborazione dei genitori, per comprendere come funziona il problema e in che modo possono agevolare il cambiamento, mettendosi in discussione come figure genitoriali.
Che cosa causa l’ansia nei bambini
Definire cosa causa l’ansia in un bambino non è affatto semplice. Entrano in gioco fattori genetici, il temperamento del bambino, gli stili educativi e l’ambiente che lo circonda.
Diversi studi scientifici dimostrano che ci sono dei geni specifici coinvolti: le persone hanno un certo livello di predisposizione genetica a sperimentare l’ansia. Poi c’è il temperamento, in altre parole il nostro carattere, che influenza come ci approcciamo agli eventi di vita e come siamo portati a interpretarli e anche questo è un fattore cruciale nel determinare l’ansia.
A fianco a questi aspetti biologici, ci sono gli aspetti “ambientali”. Nella parola “ambiente” rientrano la famiglia, gli amici, la scuola, le attività extrascolastiche e sportive, gli altri e il contesto socio-culturale in cui il bambino vive.
Quello che capita nella vita viene filtrato, elaborato e tradotto in un significato personale di vissuti emotivi, pensieri e comportamenti. Quando il significato che attribuiamo a un evento potenzialmente neutro diventa catastrofico, ecco che parte l’ansia.
Di solito non è mai un solo evento a causare un disturbo d’ansia, ma sono più di uno. Non basta il verificarsi di un singolo evento, come una delusione scolastica, aver assistito a un incidente stradale, la malattia di una persona cara a far innescare la paura che possa ricapitare, ma solitamente si verificano più eventi in un determinato arco temporale.
Si guarisce dall’ansia?
Ma allora, si può guarire dall’ansia? Intervenire il prima possibile è la scelta più saggia e favorevole. Infatti, prima si interviene minore è il rischio che un disturbo diventi cronico e più difficile da trattare.
Lo scopo della psicoterapia non è eliminare l’ansia. L’ansia ha una sua funzione e un suo significato. L’importante è imparare ad averci a che fare nel modo più funzionale possibile, senza che questa interferisca con la propria quotidianità e con i propri obiettivi di vita.
In questo percorso lo psicoterapeuta condivide come funziona il disturbo con il bambino e con i genitori, suggerisce delle strategie per affrontare il disagio e le situazioni temute.
Per un bambino andare dallo psicologo è un momento piacevole, viene affrontato con tranquillità e una forte motivazione a risolvere le difficoltà e … spesso ci si diverte pure!
Se pensi di volerne sapere di più, chiedici una consulenza, siamo a tua disposizione.

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